
Il racconto del sabato
Ogni sabato, per una strana scommessa con me stesso, un esercizio difficile ma stimolante, provo a scrivere come se, dietro la mia spalla, ci fosse Woody.Non Woody Allen nel senso stretto — quello è un talento inarrivabile — ma un’eco ironica e malinconica del suo sguardo. Quella voce sottile che sa raccontare la vita senza imbellettarla, mescolando battute taglienti e pensieri seri con la stessa leggerezza di un clarinetto.
È un gioco, ma anche un esercizio di libertà. Non cerco di imitarlo: mi piace camminare accanto alla sua ombra, provando a raccontare storie piccole, assurde, a volte tenere, a volte graffianti. Storie in cui spesso finisco dentro anch’io, insieme a un Woody immaginario che commenta, interrompe, suggerisce.
Scrivo per divertirmi. E se capita che qualcun altro si diverta a leggermi, tanto meglio.
Armando









