Le interviste (im)possibili

Qui non evochiamo fantasmi: riallacciamo conversazioni interrotte. Personaggi lontani tornano a cercarci per mettere alla prova le nostre idee di oggi. L’obiettivo è semplice: far emergere la loro verità civile e il loro metodo, senza retorica.
Il format è netto. Un’apertura-scena, poi una tesi chiara: perché questa (im)possibile adesso. Seguono domande secche e risposte essenziali, con intermezzi brevi di contesto per orientare il lettore. Quando compaiono parole autentiche, lo diciamo. Il resto è ricostruzione verosimile, fondata su fonti note e dichiarata come tale.
Non facciamo monumenti, ma domande scomode e utili: cosa hanno visto, come hanno scelto, quali conseguenze pubbliche hanno prodotto. Alla fine, una chiusura operativa — un gesto, tre verbi, un compito — perché una buona lettura deve lasciare tracce nel presente.
Se hai un nome che “ti cerca”, scrivilo. La porta è socchiusa.

Etichetta di trasparenza. Queste sono ricostruzioni narrative basate su fonti verificabili; eventuali citazioni letterali sono indicate come autentiche o parafrasate. Invitiamo i lettori a segnalare correzioni e nuove piste.
7 Novembre 2025

Mahatma Gandhi

Binari vuoti, fine pomeriggio. Il tabellone sfarfalla nomi di città lontane. Sto scrivendo una domanda che non ho il coraggio di pronunciare: a che serve la non-violenza quando il mondo ruggisce? Qualcuno si siede accanto, leggero come un fruscio. Il profilo è inconfondibile. «Non hai bisogno di cercarmi» dice. «Ti ho sentito pensare.»
23 Ottobre 2025

Gianni Rodari

Omegna, mattino lattiginoso sul lago. In una classe vuota del vecchio edificio comunale c’è gesso nell’aria e un odore di legno bagnato. Appoggio taccuino e penna sul banco. La porta si apre senza rumore: entra un uomo minuto, cappotto scuro, occhi che sorridono prima della bocca. Prende il gessetto, scrive “fantasia”, poi si volta: «Cominciamo? Ma lei non mi interroghi: interroghiamo il mondo».
11 Ottobre 2025

Lawrence d’Arabia

Deserto al crepuscolo. La luce cade a strisce, come se il sole, stanco, lasciasse appunti sulla sabbia. La tenda è bassa, le corde tese, un braciere spento. L’aria sa di metallo e cuoio. Sento il passo del cavallo prima di vederlo. Non entra: sposta il telo con due dita e resta mezzo fuori, profilo tagliato come una lama. Niente divisa, niente pose. Solo un uomo magro, gli occhi chiari che guardano lontano e poi tornano su di me, come se mi ricordasse. È lui a cercarmi. Non per rievocare. Per rendere conto.
4 Ottobre 2025

Francesco d’Assisi

Porziuncola, tardo pomeriggio. L’aria sa di legno e di terra bagnata. Le campane tagliano la luce. Entro per ripararmi da un breve scroscio. Quando gli occhi si abituano al buio, è già lì. Scalzo, il saio consumato, il viso più giovane di quanto dica la storia. Non mi lascia iniziare: mi fa segno di sedere a terra, vicino. “Parliamo semplice.” È lui a cercarmi.
4 Ottobre 2025

Letizia Battaglia

È lei che mi cerca. Non il contrario. Mi trova nella luce verticale di Palermo, una mattina che sa di mare e di gesso. Cammina svelta. Non saluta. Si mette di lato, controluce, come una figura che rifiuta la posa. “Allora, che vuoi sapere?” Non è una domanda gentile: è un invito a non perdere tempo.