
Le interviste (im)possibili
Qui non evochiamo fantasmi: riallacciamo conversazioni interrotte. Personaggi lontani tornano a cercarci per mettere alla prova le nostre idee di oggi. L’obiettivo è semplice: far emergere la loro verità civile e il loro metodo, senza retorica.Il format è netto. Un’apertura-scena, poi una tesi chiara: perché questa (im)possibile adesso. Seguono domande secche e risposte essenziali, con intermezzi brevi di contesto per orientare il lettore. Quando compaiono parole autentiche, lo diciamo. Il resto è ricostruzione verosimile, fondata su fonti note e dichiarata come tale.
Non facciamo monumenti, ma domande scomode e utili: cosa hanno visto, come hanno scelto, quali conseguenze pubbliche hanno prodotto. Alla fine, una chiusura operativa — un gesto, tre verbi, un compito — perché una buona lettura deve lasciare tracce nel presente.
Se hai un nome che “ti cerca”, scrivilo. La porta è socchiusa.
Etichetta di trasparenza. Queste sono ricostruzioni narrative basate su fonti verificabili; eventuali citazioni letterali sono indicate come autentiche o parafrasate. Invitiamo i lettori a segnalare correzioni e nuove piste.






