
Terza pagina
Domanda iniziale. Tesi chiara. Tre scene che parlano tra loro (ieri, Novecento, adesso). Poi il meccanismo che spiega le connessioni, le obiezioni oneste, e uno sguardo in avanti: come potrebbero evolvere le cose nei prossimi 5–20 anni e che cosa significa per noi—scuola, lavoro, istituzioni, vita quotidiana.“Terza Pagina” è il nostro laboratorio civile: cultura come strumento di orientamento, non come arredamento. Usiamo un linguaggio pulito, esempi verificabili, fonti indicate senza pedanteria. Niente tecnicismi inutili. Ritmo narrativo, ma precisione. Vogliamo lettori critici, non tifosi.
Se cerchi chiarezza senza semplificazioni brutali, sei nel posto giusto. Qui le idee fanno attrito con la realtà, e dall’attrito nasce luce.
11 Novembre 2025
Che cosa si prova a vedere una biblioteca in fiamme? Non è solo carta che brucia: è un futuro che si accorcia. Perché in guerra i libri diventano, insieme, il bersaglio da colpire e lo scudo da difendere?
I libri sono infrastrutture di continuità. In tempo di pace custodiscono memoria e possibilità; in tempo di guerra segnano il confine tra un popolo che resiste e uno che smarrisce la propria voce. Per questo vengono bruciati. Per questo vengono salvati a rischio della vita.
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28 Ottobre 2025
Una foto trovata in soffitta. Un giornalino parrocchiale. Il volantino di una fabbrica, una cassetta con dialetti dimenticati. Nessun algoritmo le riterrà “virali”. Eppure sono cerniere di identità. La memoria civica vive qui: nelle mani di chi sente che un pezzo di storia comune rischia di sparire.
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27 Ottobre 2025
Non serve un archivio polveroso per scrivere la storia. Oggi basta una piattaforma.
Una manciata di grandi aziende tecnologiche — Meta, Google, Amazon, Apple, TikTok e poche altre — custodiscono una porzione immensa della memoria collettiva contemporanea. Non lo fanno per missione pubblica: lo fanno perché conviene. E proprio qui si apre la faglia.
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26 Ottobre 2025
C’è un tempo in cui la memoria non è un sentimento: è un dovere civile. È quel che accade nei luoghi dove si archivia per mestiere — biblioteche, archivi di Stato, teche radiotelevisive, centri di documentazione. Non sempre sono luoghi scintillanti. Molti sono cantine o palazzi ottocenteschi dove la temperatura è controllata con cura monastica e il personale si muove tra scaffali infiniti. Ma sono loro, silenziosi e lenti, a garantire che almeno una parte di ciò che produciamo non svanisca.
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21 Ottobre 2025
Si chiude una settimana che ha rimesso al centro due cose: la voce degli autori e la trasformazione dei contenuti (libro → schermo, audio, giochi). Cornice chiara: fiera in crescita e molto internazionale.
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18 Ottobre 2025
Nel padiglione ragazzi senti subito due forze che tirano in direzioni opposte: la voglia adulta di proteggere e la necessità di dire il mondo com’è. In mezzo ci siamo noi, con libri che devono essere ponte e non recinto. Qui si capisce se un progetto per la scuola è vivo: non perché semplifica, ma perché rende dicibile la complessità.
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17 Ottobre 2025
C’è un corridoio, in fiera, dove la carta cambia stato. Non è Hollywood: sono tavoli, calendari, caselle di posta che si aprono. Qui capisci in un’ora se la tua storia può camminare su uno schermo senza perdere l’anima. Non basta “piacere”. Serve metodo.
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17 Ottobre 2025
In fiera lo capisci subito: la libertà non è un manifesto appeso all’ingresso, è una pratica minuta. Sta nel modo in cui un editore presenta un libro scomodo, nel coraggio di un bibliotecario che lo rimette a scaffale, nella maestra che sceglie di leggerlo in classe. E sta anche nel silenzio con cui, a volte, si toglie di mezzo un titolo “per non avere problemi”. La censura non sempre urla. Spesso sussurra.
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15 Ottobre 2025
La domanda è semplice: cosa ci faccio qui, oggi? La risposta non è “vedere tutto”. È ascoltare bene e tornare a casa con tre idee chiare.
La Buchmesse di quest’anno ha un asse netto: libertà di espressione sotto pressione e il salto dell’editoria verso schermi e audio. Non è un talk-show: è un mercato che osserva il mondo e decide dove mettere lavoro, soldi, tempo. Il resto è rumore di fondo.
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12 Ottobre 2025
I social non inventano il complottismo, ma lo rendono performativo, monetizzabile e auto-rigenerante. La novità non è l’idea stramba in sé: è l’ecosistema che la nutre.
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12 Ottobre 2025
Il creazionismo non cresce perché l’America “torna indietro”, ma perché un pezzo di società usa un racconto originario per difendere identità, scuole e potere locale. È una storia politica prima che teologica.
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4 Ottobre 2025
All’inizio c’è sempre una stanza. A Ginevra, nel 1919, le sedie sono in fila perfetta: la Società delle Nazioni immagina un mondo nuovo dopo le trincee. A San Francisco, nel 1945, le sedie sono più robuste: nascono le Nazioni Unite, con un’idea semplice e ambiziosa—fermare le guerre grandi con un minimo di regole e un massimo di realismo.
La domanda di oggi è brusca: ha fallito anche l’ONU?
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28 Settembre 2025
Le Giornate Europee del Patrimonio non sono “la domenica al museo”, ma una prova generale di cittadinanza culturale: aprono porte, saldano memoria e futuro, misurano quanto davvero teniamo alla nostra casa comune.
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26 Settembre 2025
Prima di parlare, un leader si veste. Prima della voce, arriva il colore. È un gesto antico: mettere addosso un’idea e farla vedere da lontano. Nelle epoche senza microfoni, il potere si riconosceva dalla stoffa e dalla tinta: porpora per chi poteva permettersi un pigmento raro, nero o bruno per chi voleva mostrarsi corpo di milizia, bianco per chi rivendicava purezza e diritti, come le suffragette nelle piazze di inizio Novecento. L’abito, insomma, non è un accessorio del discorso: è il discorso che comincia.
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25 Settembre 2025
Nel greco dei classici, kalós significa insieme “bello” e “buono”. Da quell’unità nasce un’idea operativa: la bellezza come comportamento che genera valore.
Non cosmesi, ma pratica quotidiana: cura, misura, manutenzione, apprendistato. È qui che l’estetica incontra l’etica e diventa economia.
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24 Settembre 2025
L’immagine è sempre la stessa: il podio di legno, il blu profondo alle spalle, l’eco nelle cuffie dei traduttori. Lì, dal 1953, i presidenti degli Stati Uniti si sono rivolti non solo “al mondo”, ma — più spesso — alla propria opinione pubblica usando il mondo come platea. È uno degli usi più rivelatori dell’ONU: palcoscenico universale, ma anche strumento domestico.
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23 Settembre 2025
Cominciamo da un’immagine semplice: tetti assolati, pannelli fotovoltaici e settantuno persone che decidono di metterci la faccia, una quota e un po’ di tempo. È il 2011, Melpignano, Salento. Da quell’atto collettivo, apparentemente minimo, si innesca un circuito virtuoso: l’energia prodotta non diventa solo bollette più leggere, ma borse di studio, verde curato, doposcuola, agricoltura sociale. In breve: servizi di prossimità che restituiscono al paese il suono della vita quotidiana. È la fotografia di cosa intendiamo quando diciamo “cooperativa di comunità”: cittadini che smettono di essere semplici utenti e si organizzano come impresa civica per custodire e rigenerare un luogo.
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21 Settembre 2025
Certe storie si leggono come un thriller: una notte di blackout a Vilnius, ospedali a generatori, traffico in tilt, sirene. È la scena d’apertura che molti chiamerebbero “apocalittica”. A noi interessa per un altro motivo: gli scenari estremi sono stress test, non profezie. Servono a misurare tempi, coesione e logistica di un’alleanza quando la realtà decide di correre più veloce della politica.
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19 Settembre 2025
Gli analisti vanno di moda. Ma quanto prevedono davvero? Dalle mappe di Limes alle “pagelle dei rischi” di Eurasia Group, fino ai tornei di previsione di Tetlock: una guida pratica per capire metodi, limiti e utilità — con Trump 2025 come stress test.
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16 Settembre 2025
Dal fascino del male alla forza dei simboli, fino alla semplicità narrativa che li rende materia di consumo, questi regimi continuano a dominare librerie e schermi. Ma il rischio è trasformare la memoria in routine, dimenticando il resto della storia.
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