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Carlo Sini: la scrittura e la percezione del mondo

“Carlo Sini, allievo di Giovanni Emanuele Barié e di Enzo Paci, ha insegnato per decenni Filosofia teoretica all’Università di Milano.
La sua proposta teoretica si è concentrata sul tema della scrittura e sulla centralità dell’alfabeto greco come forma logica del pensiero occidentale. «C’è in queste filosofie o visioni del mondo un’idea di perfezione che ha provocato danni e fraintendimenti. E tutto ciò è nato dalla pretesa di affidare alla scrittura il ruolo di cardine su cui l’Occidente ha fondato il proprio sapere. L’introduzione della scrittura modifica la nostra percezione del mondo, per il semplice motivo che ogni scrittura ha un supporto che è fuori dal corpo di chi parla. La scrittura – diversamente dall’oralità – ci pone di fronte a un sapere oggettivo che va interpretato. Quando è la voce a trasmettere il sapere, non c’è separazione o distanza tra ciò che diciamo e il mondo che lo accoglie e di cui facciamo parte. Nella scrittura invece va ravvisata quella radice oggettiva che si svilupperà con la scienza. Senza la scrittura alfabetica e matematica – che sono scritture per tutti – non avremmo avuto l’universale e quindi la scienza. È stata la nostra forza, la nostra potenza, ma anche la nostra superstizione e il nostro equivoco. Per la semplice ragione che sia la scienza che il senso comune pensano che ci sia un mondo fuori di noi che possiamo conoscere»

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