Jack Horner: Ricreare un dinosauro da un pollo

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Jack Horner: Ricreare un dinosauro da un pollo

Jack Horner, uno dei paleontologi più famosi del mondo, è stato anche l’ispiratore della celebre serie di film Jurassic Park. Alla domanda:”Pensa che sarà possibile far rivivere un dinosauro?” ha risposto così:”Io non penso che riusciremo mai a creare dinosauri come si è visto nel film. I pezzi di dna che potremmo riuscire a trovare sono infatti troppo incompleti. C’è un’altra strada, però. Ormai sappiamo che gli uccelli sono dinosauri: hanno un dna molto antico e la mia idea è che potremmo arrivare a un dinosauro facendo su di loro operazioni di retroingegneria (reverse engineering). Si chiama così perché funziona al contrario: l’uccello è il risultato dell’evoluzione di un animale che aveva una lunga coda. Noi cerchiamo di farlo evolvere all’indietro, riattivando delle caratteristiche ancestrali”

 

Questa è la traduzione dell’intervento:

Translated by Elena Montrasio
Reviewed by Els De Keyser

Nel corso della mia gioventù, nel Montana avevo due sogni nel cassetto. Volevo diventare paleontologo, specializzato nei dinosauri, e volevo avere un dinosauro tutto per me. E’ questo che ho cercato di ottenere, per tutto il corso della mia vita. Ho avuto molta fortuna agli inizi della mia carriera. Ho avuto molta fortuna nel ritrovare oggetti. Non ero molto ferrato nella lettura, anzi, non leggo quasi per niente. Sono fortemente dislessico, quindi per me leggere è estremamente complicato. Io invece uscivo a cercare le cose. E poi me le prendevo. Facevo pratica per trovare monete per la strada. (Risate) Vagavo per le colline. E in effetti trovavo delle cose.

E sono stato talmente fortunato da trovare cose come le prime uova nell’emisfero occidentale e i primi piccoli di dinosauro ancora nel nido, i primi embrioni di dinosauro, ed enormi quantità di ossa. Tutto ciò coincise con il periodo in cui la gente cominciava a rendersi conto che i dinosauri non erano i grossi e stupidi rettili che tutti per anni avevano immaginato. La gente iniziava a farsi un’idea dei dinosauri come creature speciali.

E così, in quel periodo, riuscii a formulare alcune interessanti ipotesi insieme ai miei colleghi. Fummo in grado di affermare che i dinosauri – sulla base delle prove ottenute – costruivano il nido e che vivevano in colonie e si prendevano cura dei propri piccoli, procuravano loro il cibo e si spostavano in enormi branchi. Erano fatti molto interessanti. Ho continuato a trovare altre cose e ho scoperto che i dinosauri erano creature molto sociali. Abbiamo trovato molte prove del fatto che i dinosauri mutavano, tra lo stadio giovanile e quello adulto. Il loro aspetto sarebbe stato diverso, come avviene per tutti gli animali sociali. Nei gruppi sociali di animali i giovani hanno sempre un aspetto diverso dagli adulti. Gli adulti riconoscono i giovani e i giovani riconoscono gli adulti. Quindi ci stiamo facendo un’idea più chiara dell’aspetto di un dinosauro. E non si limitano a correre dietro alle jeep.

(Risate)

Ma credo sia l’aspetto sociale che ha attratto Michael Crichton. Infatti, nel suo libro, egli parla degli animali sociali. Poi Steven Spielberg, ovviamente, raffigura i dinosauri come creature molto sociali. Il tema di questa storia è la ricostruzione di un dinosauro, e arriviamo a quella parte di “Jurassic Park”. Michael Crichton è stato uno dei primi a parlare dell’idea di riportare in vita i dinosauri. Tutti voi conoscete la storia, certo. Voglio dire, suppongo tutti qui abbiano visto “Jurassic Park”.

Se volete ottenere un dinosauro, uscite, vi trovate un pezzo di resina pietrificata – detta anche ambra – che contenga degli insetti succhia-sangue, di quelli buoni, prendete il vostro insetto, lo perforate per bene, ed estraete un po’ di DNA, perché, certo, ogni insetto che succhiava il sangue a quei tempi ha risucchiato anche DNA di dinosauro. Vi portate il DNA in laboratorio, e lo clonate. E probabilmente lo iniettate in un uovo di struzzo, o in qualcosa di simile. Quindi aspettate, ed ecco, signore e signori, sbuca fuori un piccolo di dinosauro. E sono tutti felici. (Risate) E sono felici per sempre. E continuano a farlo; continuano a creare queste cose. E poi, poi, poi, e poi … Poi i dinosauri, essendo animali sociali agiscono secondo questa natura. E si uniscono, e cospirano. E, certo, ecco di cosa è fatto il film di Steven Spielberg, dinosauri che cospirano e inseguono le persone.

Quindi suppongo tutti sappiano che se avessimo realmente un pezzo d’ambra contenente un insetto, e perforassimo l’insetto, e ottenessimo qualcosa dall’insetto, e lo clonassimo, e lo facessimo ancora, e ancora, e ancora, otterremmo una stanza piena di zanzare. (Risate) (Applausi) E probabilmente anche un bel po’ di alberi.

Ora, se vogliamo DNA di dinosauro, io dico di andare dal dinosauro. Ed è ciò che abbiamo fatto. Nel 1993, quando uscì il film, ottenemmo un finanziamento dalla National Science Foundation per provare a estrarre DNA da un dinosauro. Scegliemmo il dinosauro sulla sinistra, un Tyrannosaurus Rex, un esemplare molto interessante. E uno dei miei dottorandi di quel periodo, la Dr. Mary Schweitzer, aveva le conoscenze per fare questo genere di esperimenti. E analizzò l’interno dell’osso di questo T.Rex, uno dei femori, e in effetti vi trovò alcune strutture molto interessanti. Vi trovarono questi oggetti rossi circolari. Ed erano molto simili alle cellule dei globuli rossi. E si trovavano in quelli che sembravano i canali sanguigni che percorrono internamente l’osso. E si disse: perché no? E ne analizzò alcuni campioni. No, non era DNA. Non trovò DNA. Ma trovò dell’emo, che è la base biologica dell’emoglobina. E fu una grande scoperta. Fu molto interessante. Insomma, ci ritroviamo con dell’emo che ha 65 milioni di anni. Bene, provammo e riprovammo, ma non riuscimmo a ricavarne nient’altro.

Passò qualche anno, poi partimmo con l’Hell Crick Project. Un’impresa titanica per ritrovare tutti i dinosauri possibili, e magari qualche dinosauro che contenesse altro materiale interessante. E nell’est del Montana c’è molto spazio, molte zone ‘badlands’, e pochissima gente. Quindi è possibile fare molti ritrovamenti. Come in effetti accadde. Trovammo molti tirannosauri ma ne trovammo anche uno speciale, che chiamammo B-rex. E B-Rex fu ritrovato sotto circa 1000 m cubi di roccia. Non era un tirannosauro completo e non era molto grosso, ma era molto speciale. Quando i miei colleghi lo sezionarono riuscimmo a determinare, da alcune linee che indicavano l’arresto della crescita, che il B-Rex era morto all’età di 16 anni. Non si sa realmente quanto vivesse un dinosauro, perché il più vecchio non è ancora stato ritrovato. Ma questo morì a 16 anni.

Passammo i campioni a Mary Schweitzer, la quale riuscì a determinare che il B-Rex era una femmina, sulla base del tessuto midollare rinvenuto all’interno delle ossa. Il tessuto midollare è un accumulo di calcio, il ripostiglio del calcio, per un animale gravido, per un uccello gravido. Ecco dunque il tratto che legava uccelli e dinosauri. Ma Mary andò oltre. Prese l’osso e lo immerse nell’acido. Tutti sappiamo che le ossa sono fossilizzate, e che se si buttano nell’acido non dovrebbe rimanere nulla. Ma qualcosa rimase. Rimasero i vasi sanguigni. Erano flessibili, trasparenti. Era il primo tessuto molle di dinosauro. Fu straordinario. Ma Mary trovò anche osteociti, le cellule che danno vita alle ossa. Provammo e riprovammo, ma niente DNA, ma trovò evidenza di proteine.

Ma ci dicemmo che forse, pensammo che forse il materiale si scindesse dopo essere stato disotterrato e che forse si deteriorasse molto rapidamente. Quindi costruimmo un laboratorio nel retro di un rimorchio di autoarticolato e portammo il laboratorio sul campo dove potevamo ottenere migliori campioni. E in effetti ottenemmo materiale migliore. Le cellule avevano un aspetto migliore, e anche vasi sanguigni. E poi il collagene. Voglio dire, era materiale fantastico. Ma non è DNA di dinosauro. Quindi abbiamo scoperto che il DNA di dinosauro, e tutto il DNA, si deteriora molto velocemente. Insomma non riusciamo a fare quello che hanno fatto in “Jurassic Park”. Non siamo in grado di ricreare un dinosauro basandoci su un dinosauro.

Ma gli uccelli sono dinosauri. Gli uccelli sono dinosauri viventi. In effetti noi li classifichiamo come dinosauri Ora li chiamiamo dinosauri non-aviari e dinosauri aviari. Dunque, i dinosauri non-aviari sono quelli grossi e goffi che si sono estinti. I dinosauri aviari sono i nostri uccelli di oggi. Quindi non dobbiamo ricreare un dinosauro, perché li abbiamo già.

(Risate)

Lo so, voi siete peggio dei ragazzini delle medie. (Risate) Quelli ti guardano e ti dicono: “No”. (Risate) “Per te sarà anche un dinosauro, ma guarda il velociraptor, quello è fico”. (Risate) “Il pollo no”. (Risate) Quindi è questo il nostro problema, come potete immaginare. Il pollo è un dinosauro. Lo è veramente. Non c’è niente da discutere perché noi siamo i classificatori e l’abbiamo classificato così. (Risate) (Applausi) Ma i ragazzini lo pretendono. “Riaggiusta il pollo”. (Risate) Ecco di cosa sono qui a parlarvi: di come riaggiusteremo un pollo.

Esistono vari modi in cui possiamo effettivamente riaggiustare il pollo. Poiché l’evoluzione funziona, possediamo vari strumenti evolutivi, che chiameremo ‘strumenti di modificazione biologica’. Abbiamo la selezione. E sappiamo che la selezione funziona. Siamo partiti con una creatura simile al lupo e ci siamo ritrovati con un maltese. Voglio dire, quella è – è certamente modificazione genetica. O uno qualunque di quei buffi cagnetti. Abbiamo anche la transgenesi. Anche la transgenesi è fantastica. Si tratta di prendere un gene da un animale e ficcarlo in un altro. E’ così che la gente crea i Pesci Fluo. Si prende un gene della fluorescenza da un corallo o da una medusa e lo si immette in un pesce zebra, e, puff, quello brilla. E non e’ male. E ovviamente ci fanno un sacco di soldi. Ora fanno i coniglietti Fluo e fanno brillare ogni genere di oggetto. Potremmo certamente fare un pollo Fluo. (Risate) Ma dubito che nemmeno quello potrà soddisfare i ragazzini.

Però c’è qualcos’altro. Ed è ciò che chiamiamo ‘attivazione dell’atavismo’. E l’attivazione dell’atavismo è, in fondo – un atavismo è un tratto ancestrale. Avete sentito che, a volte, i bambini nascono con una coda, ed è perché è un tratto ancestrale. Esistono molti atavismi che si possono manifestare. A volte i serpenti nascono con le zampe. Ecco qui un esempio. Questo è un pollo con i denti. Un collega di nome Matthew Harris All’Università di Madison, nel Wisconsin, ha scoperto il modo per stimolare il gene dei denti, ed è in effetti riuscito ad attivarlo e a generare denti nei polli. Ora, questo tratto è buono. Possiamo salvarlo. Sappiamo di poterlo usare. Possiamo creare un pollo con i denti. Ci stiamo avvicinando. E’ di certo meglio di un pollo fluorescente.

(Risate)

Un mio amico, un collega, il Dr. Hans Larsson alla McGill University, sta studiando gli atavismi. E li sta analizzando osservando la genesi degli embrioni degli uccelli e cercando di comprendere come si sviluppano. E vuole capire come gli uccelli abbiano perso la coda. Oltre a essere interessato nella trasformazione degli arti, di quelli anteriori, in ali. E’ anche alla ricerca di quei geni. Io gli ho detto: “Se li trovi, io posso invertirli e fare quello che mi stanno chiedendo i ragazzini”. Lui si è detto d’accordo. Ed ecco cosa stiamo studiando.

Osservate le zampe anteriori di un dinosauro, un velociraptor, sono belle, con gli artigli. L’archeotterige, che è un uccello primitivo, ha ancora arti molto primitivi. Ma come vedete, il piccione, o il pollo, o qualsiasi altro uccello, ha arti anteriori dall’aspetto strano, perché l’arto è un’ala. Ma la cosa fantastica è che, se osserviamo l’embrione nella sua fase di sviluppo l’arto assomiglia molto a quello dell’archeotterige. Ha tre dita, tre falangi. Ma poi un gene si attiva e le fonde insieme. Noi stiamo quindi studiando quel gene. Vogliamo impedire che quel gene si attivi fondendo insieme le dita, per poter ottenere un pulcino che esca dall’uovo con tre dita, come l’archeotterige. Lo stesso succede alla coda. Gli uccelli possiedono code rudimentali. Quindi noi sappiamo che, in embrione, quando l’animale si forma, ha una coda piuttosto lunga. Ma poi un gene si attiva e riassorbe la coda, la elimina. E quello è l’altro gene che stiamo cercando. Vogliamo impedire che la coda si riassorba.

Quindi, ciò che stiamo cercando di fare è prendere il nostro pollo, modificarlo e ottenere il pollosauro. (Risate) E’ un pollo più attraente. Ma siamo proprio all’inizio. Sì, è proprio quello che stiamo facendo. E la gente ci chiede sempre: “Perché lo fate? Perché fare queste cose? A che pro?” E’ una bella domanda. Io credo sia un bel modo di insegnare ai bambini la biologia dell’evoluzione e quella dello sviluppo e tutto questo genere di cose. E, molto francamente, credo, se il Colonnello Sanders (della Kentucky Fried Chicken) lo mettesse in parole appropriate, potrebbe pubblicizzare un pezzo in più. (Risate)

Comunque … Quando il nostro dino-pollo nascerà sarà, ovviamente, il pollo da poster o quel che chiameremmo il ‘pulcino da poster’ per la tecnologia, l’intrattenimento e il design.

(Grazie)

(Applausi)

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