Istat 2017/ Nel 2016 continua ad aumentare la partecipazione culturale

Arrivò in Italia da profugo. L’artista Milot dona un’opera al paese che lo accolse
05/03/2014
Philippe Daverio: l’educazione alla cultura
01/02/2018

Istat 2017/ Nel 2016 continua ad aumentare la partecipazione culturale

Continuano a dare un particolare contributo l’afflusso sempre crescente a musei, mostre, siti archeologici, monumenti, al cinema e ai concerti di musica diversa da quella classica

Nel 2016 il 66,3 per cento della popolazione di 6 anni e più, nel corso degli ultimi 12 mesi, ha svolto nel tempo libero almeno una delle seguenti attività: visitare musei, mostre, siti archeologici o monumenti, assistere a concerti di musica classica o di altro genere, a spettacoli teatrali, a proiezioni cinematografiche, ad eventi sportivi o frequentare luoghi di ballo. È quanto si legge nell’Annuario statistico 2017 realizzato dall’Istat. Gli uomini dichiarano più frequentemente delle donne di avere assistito ad almeno un tipo di spettacolo e/o intrattenimento: quasi il 70 per cento contro il 63 circa delle donne. Le differenze di genere sono da imputare, però, essenzialmente a quanti dichiarano di svolgere 2 o più attività nell’anno: sono il 53,1 per cento degli uomini e il 46,6 per cento delle donne. Nel 2016 continua ad aumentare la partecipazione culturale, come già negli ultimi due anni, raggiungendo quasi il livello massimo mai registrato nel periodo 1993-2016 quando si attestava intorno al 67 per cento. L’incremento ha coinvolto sia le donne sia gli uomini, ma in misura maggiore questi ultimi, soprattutto tra quanti hanno dichiarato di aver partecipato a più di un evento negli ultimi 12 mesi. Al generale andamento positivo evidenziato nella fruizione culturale, continuano a dare un particolare contributo l’afflusso sempre crescente a musei, mostre, siti archeologici, monumenti, al cinema e ai concerti di musica diversa da quella classica; molto probabilmente anche grazie alle diverse campagne di promozione del patrimonio culturale nazionale sostenute, negli ultimi anni, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e turistiche.

Il maggiore apporto è dato dagli spettatori al cinema che sono aumentati passando dal 49,7 per cento del 2015 al 52,2 per cento. A seguire, si registra una maggiore partecipazione ai concerti di musica diversa da quella classica (da 19,3 per cento a 20,8) – che supera perfino quella osservata per gli spettacoli teatrali e le serate danzanti – e nelle visite a musei/mostre e siti archeologici/ monumenti passando, il primo dal 29,9 per cento del 2015 al 31,1 e il secondo dal 23,6 al 24,9 per cento. Il recarsi ad un concerto di musica classica è l’unico tipo di intrattenimento che subisce una diminuzione di spettatori: solo l’8,3 per cento della popolazione di 6 anni e più vi partecipa (nel 2015 era pari al 9,7), rimanendo così l’attività culturale con la minore affluenza di pubblico. Musei, mostre, siti archeologici e monumenti Nel 2016 il 31 per cento circa delle persone di 6 anni e più ha dichiarato di aver visitato un museo o di essersi recato ad una mostra negli ultimi 12 mesi; una quota inferiore (il 25 per cento circa) ha visitato un sito archeologico o un monumento. Sono i più giovani a usufruire del patrimonio museale e archeologico e a visitare le mostre. I ragazzi di 11-17 anni mostrano una particolare propensione alle visite a musei o mostre (oltre il 47 per cento) e i ragazzi di 18-19 anni alle visite a siti archeologici o monumenti (il 33,6 per cento). In adolescenza e nell’età adulta le donne sono più interessate degli uomini a questo tipo di attività da svolgere nel tempo libero, in particolare nella fascia tra i 15 e i 24 anni, quando gli uomini che si recano ad un museo sono il 37,8 per cento contro il 45,8 delle donne e il 27 per cento contro il 33 visita un sito archeologico. Oltre i 65 anni il rapporto si rovescia: tra i 65-74enni, ad esempio, gli uomini che fruiscono di tali attività culturali sono il 27,7 per cento (musei e mostre) e 21,8 (monumenti) contro, rispettivamente, il 22,9 e il 18,0 per cento delle donne. I tre quarti di chi si reca ad un museo/mostra o sito archeologico/monumento lo fa al massimo per tre volte nell’arco dell’anno.

I giovani che si recano al museo, in particolare, pur essendo più coinvolti, non sono assidui frequentatori: solo il 5 per cento circa degli 11-17enni dichiara di visitare un museo/mostra per più di 6 volte l’anno, contro il 12 per cento circa degli ultra 55enni (la quota sale a quasi il 13 per cento se si considerano solo gli adulti tra i 55 e 59 anni). Al contrario, tra i visitatori dei siti archeologici l’elevata frequenza nelle visite si registra proprio tra i più numerosi: i giovani di 18-19 anni, infatti, registrano la quota più elevata di frequentatori assidui (10,8 per cento vi si reca più di 6 volte nell’anno), ma insieme, anche, agli anziani di 60-64 anni (10,6 per cento). A livello territoriale i residenti nel Centro-nord presentano una maggiore propensione a visitare i musei o i siti archeologici: rispettivamente, il 36,5 per cento e il 28,1 contro il 21,0 e il 18,9 per cento di coloro che risiedono nel Mezzogiorno. Se la Provincia Autonoma di Trento è la regione con la quota più elevata di persone di 6 anni e più che si dedicano a tali attività culturali, la Calabria, al contrario si distingue per la quota più bassa. Per contro, i residenti in Sardegna che visitano i siti archeologici sono tanti: il 31 per cento circa della popolazione residente, più 6 punti percentuali della media nazionale. L’abitudine ad andare al museo/mostra o in siti archeologici/monumenti è più diffusa nei comuni centro delle aree metropolitane: il 41,8 e il 33,1 per cento della popolazione di 6 anni e più.

CONCERTI

Tra la popolazione di 6 anni e più sono più dell’8 per cento quanti si recano ad ascoltare un concerto di musica classica; gli spettatori quasi triplicano se si considerano gli altri tipi di concerti: il 21 per cento circa. Gli spettatori di questi ultimi sono essenzialmente giovani e, in particolare, ragazzi tra i 18 e i 24 anni (oltre il 43 per cento fa parte della platea); la propensione poi diminuisce sensibilmente al crescere dell’età. Al contrario, ai concerti di musica classica si recano soprattutto gli adulti tra i 55 e 64 anni (il 10,7 per cento, che sale a 11,4 se si considerano solo i 60-64enni), ma non poco rilevante anche la presenza dei giovani tra i 18 e i 34 anni (9,8 per cento). In generale, le donne assistono ai concerti di musica classica più degli uomini, fatta eccezione per le bambine con meno di 11 anni, le 25-34enni e le più anziane. Per gli altri tipi di concerti la maggiore propensione femminile si evidenzia fino ai 54 anni di età, ad esclusione sempre delle 25-34enni. Nonostante siano molto meno numerosi gli spettatori dei concerti di musica classica, questi però si distinguono per recarvisi più volte nell’arco dell’anno: 6 volte e più ci va l’11 per cento circa, contro quasi il 7 per cento degli spettatori degli altri tipi di concerto. Gli anziani di 65 anni e più che frequentano gli spettacoli musicali si distinguono per essere dei frequentatori ‘forti’: il 17,0 per cento si reca più di 6 volte l’anno ad uno spettacolo di musica classica e il 12,5 per cento ad un altro tipo di concerto. I residenti nel Centro-nord mostrano una inclinazione ad andare ai concerti di poco più marcata rispetto a quanti abitano nel Mezzogiorno, per entrambe le tipologie di spettacolo: il 9,5 (concerti di musica classica) e il 22,1 (altri concerti) per cento dei residenti nel Centro- nord contro, rispettivamente, il 6,2 e il 18,3 per cento del Sud e Isole. Nei comuni delle aree metropolitane si concentra, inoltre, la maggiore frequenza ai concerti in generale: il 12 per cento circa della popolazione di 6 anni e più si reca almeno una volta l’anno a spettacoli di musica classica e il 24,0 per cento ad altre tipologie di concerti.

TEATRO

Le rappresentazioni teatrali, nel 2016, sono state viste dal 20,0 per cento delle persone di 6 anni e più. Sono soprattutto i bambini e i ragazzi fino ai 19 anni a registrare le quote più elevate di spettatori: si passa, infatti, da oltre il 29 per cento dei bambini di 6-10 anni e dei ragazzi di 18-19 anni al 32 per cento circa dei 15-17enni. Al di sopra della media nazionale, comunque, anche gli adulti nella fascia di età compresa tra i 60 e i 64 anni: il 22,1 per cento assiste almeno una volta l’anno ad uno spettacolo teatrale. Il teatro è l’unico tipo di offerta culturale, fra quelle considerate, rispetto alla quale la partecipazione femminile è più elevata di quella maschile (21,9 per cento delle donne contro il 18,1 per cento degli uomini) in tutte le fasce di età e, in particolare, tra le ragazze di 15-17 anni, presentando queste uno scarto di oltre 11 punti percentuali rispetto ai loro coetanei maschi. Per quasi l’80 per cento degli spettatori si registra un’affluenza a teatro che non oltrepassa le tre volte nell’anno, contro un 7,2 per cento di chi vi si reca sette volte o più. Tra questi ultimi si distinguono le persone dai 55 anni in poi: in particolare, gli spettatori di 55-59 anni e di 75 anni e più che vanno al teatro più di 6 volte l’anno, rispettivamente, nell’11,9 per cento dei casi e nel 15,9. Nel complesso sono i residenti nel Centro Italia a frequentare maggiormente i teatri (il 23,5 per cento) e, soprattutto, quanti abitano nel Lazio (26,3 per cento), pur rimanendo rilevante l’apporto degli abitanti nel Trentino Alto Adige (il 31,4 per cento partecipa almeno una volta l’anno ad uno spettacolo teatrale). L’abitudine ad andare a teatro è più diffusa, inoltre, nei comuni centro delle aree metropolitane (il 30,7 per cento delle persone di 6 anni e più), mentre è residuale nei piccoli comuni (12,5 per cento).

CINEMA

Tra tutti i tipi di intrattenimento considerati il cinema è quello che attira il maggiore numero di persone interessando, nel 2016, più della metà della popolazione di 6 anni e più: il 52,2 per cento. Vanno al cinema soprattutto i giovani fino ai 24 anni: si passa dal 75,3 per cento dei bambini tra i 6 e 10 anni a quasi l’85 per cento dei ragazzi di 18 e 19 anni. L’interesse per il cinema decresce poi rapidamente all’aumentare dell’età passando dal 70,5 per cento tra le persone di 25-34 anni fino a raggiungere il minimo tra gli anziani (24,7 per cento tra i 65 e i 74 anni e l’8,9 per cento tra le persone di 75 anni e più). Gli uomini vanno al cinema più delle donne (rispettivamente 53,9 e 50,7 per cento), anche se tale tendenza è influenzata dall’età. Le differenze di genere, infatti, si annullano nelle fasce di età di maggiore affluenza: tra i giovani di 15-19 anni le ragazze che si recano al cinema sono l’87,1 per cento contro l’82,6 per cento dei loro coetanei maschi. Chi frequenta il cinema lo fa, nel 58,1 per cento dei casi, per al massimo tre volte l’anno, mentre il 17,5 per cento ci va minimo sette volte. Rispetto agli intrattenimenti considerati in precedenza per il cinema si registra, quindi, una presenza maggiore di spettatori “forti”, in particolare tra i ragazzi di 18-24 anni: circa il 25 per cento si reca al cinema almeno 7 volte l’anno. Le persone residenti nell’Italia centrale mostrano una propensione ad andare al cinema decisamente più alta: il 57,5 per cento delle persone di 6 anni e più, contro il 52,3 per cento degli abitanti al Nord e il 49,1 per cento nel Mezzogiorno. La fruizione dell’offerta cinematografica è più diffusa dove l’offerta infrastrutturale è maggiore e cioè nei comuni centro delle aree metropolitane (59,8 per cento) e nelle loro periferie (57,6 per cento).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *